Critica letteraria e giornalismo culturale

Questo pezzo è uscito su Alias/il manifesto. (Fonte immagine.)

di Raffaele Manica

Quante volte, aprendo un vecchio libro, vi si trova dentro, con sorpresa, un ritaglio dimenticato. Non si sa se questa attività, ritagliare pagine di giornale, sussista ancora. Se c’è, è demodée o, con più attuale anglo-preferenza, vintage. Ritagliare una parte di vecchie terze pagine, isolando per poi ricomporre un ampio puzzle, è il compito che si è assunto, assolvendolo in modo eccellente, Mauro Bersani per congegnare il secondo volume di La critica letteraria e il Corriere della Sera, dedicato agli anni 1945-1992 , aperto da un’introduzione che ricostruisce in maniera funzionale anche i rapporti con altre testate (Fondazione Corriere della Sera, pp. XXXVI-1869, € 60,00; un primo volume, per gli anni 1876-1945, è uscito nel 2011 a cura e con introduzione di Bruno Pischedda e con prefazione di Paolo Di Stefano). Non la letteratura, ma la critica letteraria, che è un restringimento di campo importante: proprio la critica letteraria, la sempre moribonda, soprattutto negli anni qui in considerazione, che vanno dall’ultima stagione infocata delle riviste – dal secondo dopoguerra agli anni sessanta e fino ai primi settanta – al tramonto delle riviste o almeno della loro presenza predominante nella discussione letteraria, con l’arrivo di mezzi di comunicazione più veloci almeno quanto, in genere, più superficiali.