Il lettore all’angolo con Dostoevskij

Questo pezzo è uscito su Avvenire, che ringraziamo.

di Alessandro Zaccuri

Si fa presto a dire “angolo”. Dipende da chi scrive, e anche da chi legge. Se l’autore, per esempio, è un russo del XIX secolo, il termine può definire la porzione minima di una camera in affitto, secondo un sistema di parcellizzazione del quale farà poi tesoro il dirigismo sovietico (il poeta Iosif Brodskij ricordava di essere cresciuto «in una stanza e mezzo»).

Ma se il lettore dispone di qualche informazione sui gradi di iniziazione massonica, a risaltare di più sarà il riferimento al significato esoterico attribuito a squadre e compassi. Infine, se il testo con il quale ci si misura porta la firma di Fedor Dostoevskij, l’angolo è tutto questo, ed essendo tutto questo si rivela per quello che effettivamente è: l’estremo affioramento in superficie del «sottosuolo» che tutti, prima o poi, siamo chiamati a esplorare.