Ricordando Arthur Danto

Il 25 ottobre è morto il critico d’arte Arthur Danto. Lo ricordiamo con un’intervista di Giuliano Battiston uscita nel 2007 sul manifesto. (Fonte immagine)

New York, 1917. Un uomo passeggia per la 5th Avenue, entra in un negozio di sanitari e compra un orinatoio, che candida poi anonimamente, a firma “R. Mutt 1917”, alla prima esposizione che la Society of Indipendent Artists organizza al Grand Central Palace di New York. L’opera, Fountain, non viene accettata, e si scopre che l’autore anonimo è uno dei fondatori della società, Marcel Duchamp. Perché la commissione giudicatrice non ha accettato la scultura, ritenendola un semplice orinatoio? E perché, oggi, invece di un orinatoio noi “riconosciamo” Fountain? Più in generale, se osserviamo due oggetti che hanno le stesse proprietà materiali e che dunque appaiono indiscernibili dal punto di vista percettivo, cosa ci permette di stabilire che uno è un oggetto ordinario mentre l’altro è un’opera d’arte? Perché, ad esempio, la scatola di spugnette abrasive esposta nel 1964 alla Stable Gallery di New York da Andy Warhol con il titolo Brillo Box è considerata un’opera d’arte mentre il suo corrispettivo negli scaffali dei supermercati – Brillo Box – è destinato soltanto alle cucine degli americani?

Ultimo post a Parigi

di Massimiliano Nicoli

Lo studente di dottorato italiano – il dottorando di ricerca, come si dice abitualmente – arriva a Parigi per la seconda volta ai primi di marzo, dopo aver abortito un primo viaggio causa furto di documenti. Se tutto andrà come deve andare, rimarrà per un paio di mesi e poco più. Abita in un appartamento in pieno centro, uno studio al piano terra, in una corte interna. Il piccolo appartamento è carino, ma avvolto in una penombra perenne.