Niccolò e Livia scrivono il romanzo dell’anno

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di Simone Tribuzio

Dopo aver raccontato e percorso – in tandem con Paolo Di Paolo – la Roma di Nanni Moretti; dopo aver spiegato, con le illustrazioni di Giulia Rossi, il profilo letterario di Italo Calvino; e infine compiuto una romantica e nostalgica passeggiata nella Roma degli anni ’90, Giorgio Biferali torna oggi nelle librerie con Il romanzo dell’anno (La nave di Teseo, collana Oceani).

È nella notte di capodanno che Niccolò e Livia litigano di nuovo, ma questa volta si rivela cruciale per i giovani amanti romani.

La ragazza, su tutte le furie, decide di andarsene in sella al suo motorino quando “scivola sui sampietrini che quella notte sembrano diamanti”; entrando così in un coma profondo.

Il protagonista assoluto del romanzo è Niccolò, un ragazzo che organizza il palinsesto di un canale che trasmette commedie, sit-com e serie tv prodotte negli Stati Uniti; ma accuserà di colpo la fatica e la botta subita quella notte.

Per lenire la ferita – o almeno spera – si appropria del computer della madre di Livia, spinto dall’iniziativa di scrivere delle lettere d’amore che raccontano i giorni passati insieme a lei, più quelli che scorrono in sua assenza; rendendola anche partecipe dei fatti che accadano nel mondo e dell’anno in corso che è il 2016.

Con la formula epistolare racconta a Livia della Brexit, delle elezioni americane vinte da Donald Trump, del caso Regeni e di un episodio di revenge porn; come a dire che il mondo là fuori procede a falcate e spietato senza di lei. Tutti eventi che si allontanano dalla narrazione roma-centrica affrontata da Biferali nelle ultime pubblicazioni. Il titolo del romanzo può apparire a chi legge come impegnativo e pretestuoso, ma per l’appunto è una elaborazione diaristica dei fatti avvenuti nell’arco del 2016. Come se non bastasse: Niccolò bada da diverso tempo al fratello più piccolo Tommaso, poiché orfani di genitori.

Le giornate di Niccolò procedono generalmente tra i messaggi che invia agli amici sulle chat whatsapp (vedi le interazioni con tanto di simulazione in alcune pagine), e le riflessioni sul mondo che condivide con la sua compagna sebbene si trovi nel limbo del coma. Che il tentativo di parlarle risulti vano sin dall’inizio, oppure può tornare da lei consapevole e con una voce nuova?

L’autore romano classe 1988, nel pieno della generazione millennial, ne comprende in primo luogo i comportamenti e le espressioni che i suoi coetanei (e non) utilizzano e immersi nella quotidianità; tra le maratone delle serie Netflix e il feticismo per gli oggetti che puntalmente comprano a poco prezzo da Tiger. Universo conosciuto e praticato da Biferali stesso, non a caso insegna Storia e Italiano in un liceo. Nel corso dell’opera vi compaiono diversi personaggi secondari che ben rappresentano la sua generazione, lasciandosi alle spalle l’errore di raccontare delle macchiette.

Biferali mette in campo tutte le sfumature dell’animo umano, che siano degli amici (alcuni distratti, altri afflitti, pochi altri divertenti) e degli affetti a cui Niccolò tiene di più in assoluto poco importa,

L’autore romano non si limita a raccontare un vuoto da colmare, ma riesce a tenere i piedi ben saldi su un terreno scivoloso quale è quello dello storytelling sull’amore, a cui si aggrappano goffamente molti suoi colleghi. Armato di una prosa esile, si cala nelle profondità di una scrittura fluida per farsi carico di un peso, quello che il protagonista Niccolò si trascina nelle prime pagine del romanzo.

Tra una delle puntate più intimiste di Futurama (che il finale sia una citazione voluta?) e una creazione televisiva di Judd Apatow, Il romanzo dell’anno si è dimostrata la prova di maturità per lo scrittore che aveva esordito con L’amore a vent’anni; un plauso va a Vanni Santoni per il lavoro di scouting.

Un ritorno che vale come un commosso elogio alla scrittura, abile nel tessere un esperimento che guarda alla lezione di Rachel Cusk e dell’ascolto che ne ha fatto con la trilogia; partita dal grande caso letterario Resoconto.

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