Ascolti d’autore: Dana Spiotta

Questa è la versione integrale delle interviste a Dana Spiotta uscita su ilmascalzone.it e su Outsider. Qui la prima puntata di Ascolti d’autore. (Fonte immagine)

 Americana, quarantasettenne, insegnante di letteratura alla Syracuse University, Dana Spiotta è l’autrice di Versioni di me (minimum fax, 2013), che Thurston Moore ha definito «un romanzo rock’n’roll che non ha uguali».

È vero che il rock’n’roll ti ha salvato la vita?

Certo, proprio come nella canzone dei Velvet Underground, “Rock’n’Roll”. Quando vivevo nella provincia californiana e mi sentivo molto diversa dalle mie compagni di classe, la musica che ascoltavo mi servì per capire che essere diversi era ok. Tutto ciò che dovevo fare era trasferirmi in città e cercare altri tipi strambi come me.

A che età hai iniziato ad ascoltare musica?

Quando ero molto piccola avevo dei cugini più grandi di me che mi davano dei dischi. Divenni però un’ascoltatrice autonoma e seria, provvista di cuffie, dedita alla lettura dei testi, all’età di dieci anni.