Petizione per la chiusura del CIE di Santa Maria Capua Vetere

Pubblichiamo di seguito una petizione promossa da Maurizio Braucci, Goffredo Fofi, Alessandro Leogrande, Roberto Saviano e diretta al Ministero dell’Interno del Governo Italiano per la chiusura del Centro di Identificazione ed Espulsione di S. Maria Capua Vetere (CE). Per firmare.

Il sopralluogo nella caserma dismessa Ezio Andolfato del CIE di S. Maria Capua Vetere, avvenuto lunedì 2 maggio al seguito di due senatori, ci ha permesso di constatare le condizioni igienico-sanitarie in cui si trovano le 102 persone di nazionalità tunisina lì recluse in seguito alle disposizioni governative per affrontare l’emergenza dei profughi del Nord Africa. Usiamo il termine reclusione pur sapendo che queste persone vivono in una situazione peggiore di quella della media carceraria italiana: in 10-12 nella stessa tenda, su materassi senza brandine, controllati a vista da polizia e carabinieri, circondati da una doppia rete di recinzione, costretti a chiedere il permesso per utilizzare i bagni, ospitati all’interno di una struttura militare dismessa e quindi logisticamente non adeguata. In attesa di una valutazione del diritto ad una forma di protezione umanitaria, queste 102 persone sono costrette nel CIE illecitamente, tra forzature burocratiche ed abusi, in condizioni igienico-sanitarie degradanti. Mentre gli addetti della Croce Rossa e i funzionari delle forze dell’ordine sanno di essere lì per gestire l’assurdo, la condizione di queste 102 persone viola ogni tipo di diritto e offende il principio democratico su cui è fondata la nostra Repubblica. In seguito ai recenti cambiamenti geopolitici del sud del Mediterraneo, l’attuale governo italiano ha delegato ad una politica esclusivamente d’immagine la questione dell’aumento dei flussi migratori da quell’area, puntando su roboanti misure segregazioniste verso i profughi di regimi che fino a ieri si reggevano sul consenso di paesi più ricchi come la stessa Italia.
Presumendone la pericolosità sociale e non riconoscendo a questi migranti lo status di profughi, il Ministero dell’Interno ha delegato la gestione dell’emergenza umanitaria a tecnici e forze dell’ordine, esponendoli a performance spesso grottesche, senza il supporto di un’adeguata visione politica per affrontare le mutate condizioni che stanno interessando l’area del sud del Mediterraneo.
Le 102 persone recluse nel CIE di S. Maria Capua Vetere, come quelle degli altri centri analoghi sparsi sul territorio, vivono la contraddizione di un’incapacità politica, pagata con la violazione di diritti umani e civili e l’umiliazione del corpo della Croce Rossa e di quelli di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza costretti a coprire, anche con il ricorso ad abusi documentati, l’incapacità degli organi centrali del Governo.
Per queste ragioni noi chiediamo ad artisti, intellettuali e personaggi pubblici capaci di attirare l’attenzione su questa vergognosa situazione, di sottoscrivere la presente petizione al Ministero dell’Interno del Governo Italiano per :
L’immediata chiusura del Centro di Identificazione ed Espulsione di S. Maria Capua Vetere al fine di riservare un trattamento democratico delle persone lì senza motivo detenute e cessare l’umiliante situazione che, lungi dall’affrontare l’emergenza attuale, sta soltando creando un assurdo meccanismo di uomini trasformati in bestie e in aguzzini.
La valutazione equa, condotta caso per caso da parte degli organi incaricati, del riconoscimento di protezione umanitaria per le 102 persone recluse con un’illecita procedura che viola l’articolo 13 della Costituzione.
Chiediamo inoltre che la stessa disposizione di chiusura venga estesa agli altri Centri di Identificazione ed Espulsione in cui i profughi della recente emergenza del Nord Africa sono reclusi senza le necessarie condizioni igieniche e sanitarie e senza il rispetto delle procedure previste dalla legge.

Per firmare

Commenti
3 Commenti a “Petizione per la chiusura del CIE di Santa Maria Capua Vetere”
  1. rispettarelosceno ha detto:

    Perchè la sacrosanta richiesta di chiudere i CIE, prigioni per chi non ha commesso alcun reato, viene spacciata per una pretesa estremista, per un’utopia da sinistra radicale?

    Ci stiamo abituando, gli eversori della nostra etica civica e democratica sono al potere, efficaci imbonitori di un allarme sempre ripetuto e sovradimensionato, e il tanfo dei loro proclami falsi e aggressivi non puzza più. Affannosi difensori di una legge e di un ordine che valgono solo quando calpestano la vita dei loro odiati scarti umani e non valgono più quando devono consentire gli abusi di potere delle loro oligarchie, riescono a far sembrare il loro detabuizzato razzismo classista una questione di sicurezza. Ebbene il sedicente partito della Sicurezza appalta ad un dittatore acclarato la ri-soluzione finale del problema immigrati, ossia la loro morte o tortura o pena continua nei deserti libici; poi si dichiara opportunisticamente contrario alla guerra contro lo stesso dittatore, che ha prima appoggiato e pagato.

    Possono dirsi ancora innocenti? Un giorno ci sarà un tribunale per i loro crimini? Quando si diffonderà un sacrosanto antileghismo, irrinunciabile prolungamento dell’antifascismo?

    Leggiamo cosa scriveva Alberto Savinio nel 1943, precisamente il 14 agosto.

    “I mali di cui soffrono attualmente nonché gli italiani ma gli europei, vengono in massima parte dal che essi restringono l’idea della vita e del mondo entro la cerchia dei propri consanguinei, dal che non mandano lo sguardo oltre la barriera delle proprie abitudini quotidiane, delle proprie conoscenze, delle proprie cognizioni: egoismo, meschinismo, iniquità, settarismo, grettezza mentale e il corollario di queste qualità (perché nella parola “qualità” si vuole sottendere sempre il significato di “buona” qualità?), cioè a dire la malvagità accompagnata dal suo sottoprodotto la crudeltà, e la disposizione a nuocere al prossimo senza scrupoli né rimorsi, anzi con certo quale intimo convincimento che nocendo al prossimo si benefica se stessi e “i suoi”, al quale obbrobrioso sentimento non hanno mancato di collaborare anche talune forme religiose”.

  2. Claudia ha detto:

    Sulla nostra rivista abbiamo pubblicato un articolo sul CIE di Santa Maria Capua Vetere, appoggiando la vostra petizione.

    http://quattrocentoquattro.com/2011/05/06/sulle-vicende-del-cie-di-santa-maria-capua-vetere/

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