Consigli di lettura (e di visione) per Natale

Foto di Tom Hermans su Unsplash

Sono belle le cose che cambiano, sì, ma sono belle anche quelle che rimangono così come sono, per sempre. Dipende, comunque, non voglio fare quei discorsi da filmone popolare che cerca una frase memorabile, quelle frasi tipo il mondo si divide in due tipi, no, per carità. La guerra, per esempio, quale che sia, chi pianifica le villette vista mare nel luogo che sta bombardando, in cui sta ammazzando migliaia di persone innocenti. Le donne che hanno paura, non c’è bisogno che aggiunga di cosa, perché è una paura enorme, che divora tutta una vita, e gli altri che minimizzano, che vedono i complotti e la propaganda anche dietro a un fatto semplice, elementare. Ecco, queste sono cose brutte che non ne vogliono proprio sapere di cambiare, almeno nel primo caso, nel secondo ci si sta lavorando ma c’è ancora tanta strada da fare. Poi, che so, le sorprese degli ovetti Kinder, erano così belli i fantasmini che ti facevano compagnia al buio durante la notte, ma forse tutto è relativo a una fase della vita in cui ogni esperienza diventa magica, ogni oggetto diventa ricordo. E allora questa parentesi qui, quella in cui io vi consiglio delle cose da leggere (e non solo, quest’anno), io spero che sia una di quelle cose belle che rimangono così come sono, una di quelle cose che uno aspetta, a volte, senza sapere che la sta aspettando.

Emanuele Trevi, La casa del mago, Ponte alle Grazie

Una volta, Emanuele Trevi mi ha detto che raccontando alcune fasi della sua vita, si è reso conto di aver messo in atto un processo di adattamento, e che non ha molto a che fare con la saggezza, si tratta più di attaccamento alla vita. Ecco, io questo attaccamento alla vita, che lui ovviamente intendeva in un senso molto chiaro, io lo vedo anche come un bel modo per descrivere la sua scrittura, la sua lingua, la sua poetica. In questo romanzo, come avrebbe detto qualcuno, Trevi si conferma uno dei più grandi recensori delle immagini del nostro inconscio. Tra le storie che uno pensa, immagina, quando non scrive, quando è distratto, quando vive e non si accorge che sta vivendo, di solito, e le storie che poi uno invece scrive, c’è un abisso o quasi, una distanza dettata dal tempo che è passato e dal modo in cui si è abituati a tradurre quello che abbiamo dentro. Per Trevi no, che parli di letteratura, di Jung, del rapporto bello e complicato con il padre, si sente la vita, l’attaccamento alla vita, c’è qualcosa di familiare, intimo, privato, universale.

Leonard Michaels, Potendo, li avrei salvati, Racconti edizioni (traduzione a cura di Luca Briasco e Roberto Serrai)

Ha scritto poco, Michaels, è vero, o comunque meno di tanti altri, ma è altrettanto vero che sì, come dicono, forse non ha mai scritto una solo frase noiosa in tutta la sua vita. Basterebbe leggere uno dei suoi romanzi, Sylvia o Il club degli uomini, o anche uno di questi racconti, gli ultimi scritti inediti in Italia, per accorgersi del talento e della grandezza di questo scrittore. “Era pieno di cose da raccontare, pieno di ricordi. Sembrava che gli sorgessero da dentro e premessero dietro i suoi occhi, come se volessero esplodere e rendersi visibili”. E non ringrazierò mai abbastanza i ragazzi di Racconti edizioni per questa piccola grande magia, per un libro destinato a diventare un classico.

Wislawa Szymborska-Kornel Filipowicz, Meglio di tutti al mondo sta il tuo gatto. Lettere 1966-1985, elliot (traduzione di Giulia Olga Fasoli)

Questo non è un romanzo, non è una raccolta di racconti, ma è come se lo fosse. Lei è una delle più grandi poetesse di sempre, lui il suo grande amore per oltre vent’anni, protagonista fantasma della celebre poesia che inizia con: “Morire – questo a un gatto non si fa”. Diciannove anni di lettere, che è una pratica antica, che oggi nessuno, o quasi, usa più. E in questa meravigliosa edizione, arricchita con cartoline, disegni, goto, illustrazioni, seguiamo queste due vite nel tempo, che si inseguono, che si adattano l’una all’altra, vite che si baciano sulla clavicola, che si prendono in giro, che si ammalano e poi si riprendono, che ci ricordano di un tempo in cui l’amore era fatto anche di attese, incertezze, esperienze concrete, che vissute insieme sembravano destinate tutte a diventare ricordi.

Paul Auster, Baumgartner, Einaudi (traduzione di Cristina Mennella)

A proposito di attese, questo, insieme a quello di Ellis, era il ritorno che aspettavo di più. Archie, Quinn, Fogg, Nathan, Miles e gli altri personaggi di Auster continuano a vivere dentro di me, come se fossero amici che non vedo da un po’. Per dirla con le parole di Murakami, la memoria somiglia a questo romanzo, oppure è questo romanzo che somiglia alla memoria. C’è il New Jersey, dove Auster è nato e cresciuto, c’è New York, ovviamente, che è diventata la sua casa, l’Upper West Side, dov’erano studenti sia Baumgartner, il protagonista, che Paul Auster (alla Columbia, ovviamente). C’è il tema della morte, che viene affrontata attraverso una sorta di fede visionaria, folle, le ferite che con il tempo si fanno più grandi e più profonde, la lettura, la scrittura, i libri che sono capaci di mantenerci in vita perché possono diventare un punto di incontro con gli altri, anche con quelli che non ci sono più. È un romanzo che ci aiuta ritrovare tutte le manie di Auster, e proprio per questo, forse, l’ideale per cominciare a scoprirlo.

Peter Kuper, La metamorfosi di Kafka (adattamento), Tunué (traduzione di Elena Dardano)

Kuper, vignettista del New Yorker, che aveva già impressionato con Rovine e soprattutto Diario di New York (entrambi pubblicati da Tunué), torna con un adattamento di uno dei racconti più belli e più importanti della storia della letteratura. Le dinamiche complesse nei rapporti familiari, il lavoro disumano, la paternità, il patriarcato, in questo racconto c’è un po’ tutto quello che bisogna sapere sugli esseri umani e su come si muovono in mezzo agli altri, e questo Kuper lo sa, qui c’è il suo sguardo commosso da lettore e insieme l’artista che si fa coraggio e si confronta con un classico che ama. Quando parla Gregor, le parole zigzagano, per simulare l’idea della voce di un insetto, il lettore, ogni tanto, deve girare il libro per seguire i suoi percorsi, e alla fine, in questo fumetto in bianco e nero, ci sono tutte le paure e le angosce che avevamo provato quando abbiamo incontrato Gregor Samsa per la prima volta.

Extra, in breve: tre film e tre serie tv

Quest’anno sono usciti libri importanti, sì, ma anche film che rimarranno nel tempo. Segnalo Anatomia di una caduta, per come racconta quello che si nasconde dietro a quello che diciamo e che facciamo con gli altri; Dream Scenario, per come tratta la materia del sogno (nel film tutti sognano un professore, il protagonista, interpretato da Nicholas Cage), questa cultura fatta di meme e di notorietà che può essere molto pericolosa; Il libro delle soluzioni, per il coraggio di Gondry di raccontare tutte le forme della propria crisi.

Per quanto riguarda le serie, direi Slow Horses (la più bella serie di Apple TV, insieme a Severance), anche solo per un Gary Oldman sporco, volgare, ma che sa sempre cosa fare e come battere i suoi nemici con l’intelligenza e con l’ironia; The Offer, su Paramount+, per farsi un’idea di quanto sia stato difficile scrivere, girare, farsi produrre un capolavoro come Il Padrino; Succession, su Sky/Now, perché parla di famiglia, di rapporti famigliari, sentimentali, esistenziali, e perché, in fondo, è una delle serie tv più belle di sempre.

Commenti
2 Commenti a “Consigli di lettura (e di visione) per Natale”
  1. Michele Mellara ha detto:

    Gentile Giorgio,
    i suoi consigli di lettura sono una prelibatezza che non dovremmo farci mancare sotto l’albero, renderanno infatti il tempo delle vacanze un tempo espanso, in cui poter scivolare all’indietro e precipitarsi in avanti, un tempo non solo fatto di minuti o secondi (infinitamente piccolo) o mesi e anni (finitamente grande) ma anche spaziale: meditativo e riflessivo e ancor più geografico e storico.
    Il tempo del natale laico che mi accingo a vivere godrà quindi anche del suo regalo: il tempo di lettura (che se ciò che si legge è meritorio) ha il potere di farci vivere una ridda di esistenze facendoci sentire, perlomeno a tratti, quasi divini.
    Grazie.

  2. Paolo ha detto:

    Il nome della traduttrice di Baumgartner è Cristiana Mennella, non Cristina.
    grazie

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