Compagno Zeman

Ieri è uscito su «Libero» un articolo di Giuseppe Pollicelli dal titolo «Altro che ribelle: belle parole e pochi fatti. Zdenek è un comunista…». Pubblichiamo la risposta di Emiliano Sbaraglia

Cari vecchi comunisti,

nascosti ormai alla perfezione tra le pieghe della società italiana, finalmente una bella notizia: non siete più soli. Pochi sì, ma meno soli. Insieme a voi da oggi un compagno insospettabile: Zdenek Zeman. Ebbene sì, proprio lui, l’attuale allenatore della Roma, icona del calcio pulito, come hanno scolpito con onesta perfidia in uno striscione della curva interista, da leggere in chiave chiaramente anti-juventina.

La tesi viene espressa in un articolo di tale Giuseppe Pollicelli, firma di “Libero”, il giornale che è riuscito nell’ardita impresa di includere tra i suoi opinionisti Lucky Luciano Moggi, ovviamente dopo la sua condanna. E che sia proprio Big Luciano tra gli ispiratori del pezzo in questione sembra più che probabile, date le inesattezze e le intenzioni piuttosto palesi di voler colpire la persona, provocandolo negli affetti più cari, prendendo come pretesto il suo integralista credo calcistico, tutto gradoni e 4-3-3, che secondo Pollicelli rappresenterebbe la prova provata di un’ideologia incrollabile, di una fede cieca nelle proprie convinzioni, proprio come Baffone insegna.

Facile immaginare le reazioni del tifo romanista, trasformatosi nel tempo, dopo l’estinzione dello storico Cucs intorno alla metà degli anni novanta, in un bacino di reclutamento della nuova destra, almeno in alcuni spicchi di Curva Sud. Ma al di là delle questioni ideologiche, che non appartengono più a questo secolo, il tifo giallorosso per fortuna è anche e soprattutto molto altro, e mantiene le radici di quella sua componente ironica tipica del romano verace, testaccino e trasteverino, al quale basta una battuta per smontare le tue elucubrazioni, mettendoti impietosamente a nudo.

Così al bar, in radio o nel web, si commenta il buon Pollicelli: “Pare che nelle scuole intorno a Trigoria i ragazzini nun ce li mannano più, pe’ paura che se li magna Zeman”. “Domani all’allenamento je toccano li Stalingradoni”. “Ao’, er vice- allenatore nun se trova più: se chiamava Trotsky”. E via di questo passo.

Cari vecchi fasci,

ben visibili e riconoscibili tra le pieghe (piaghe?) della società italiana, se tifate Roma non abbiate timore: Zdenek Zeman non è comunista. Uno che scappa da Praga, la sua città, dopo l’arrivo dei carri armati sovietici, vedendo spazzar via i sogni della  Primavera, non può essere comunista, nel pensiero e nell’azione.

Le idee calcistiche di Zeman, per l’appunto, appartengono solo ed esclusivamente al mondo del calcio, quel mondo del calcio che in Italia lo ha esiliato per anni, reo di aver detto chiaro e tondo ciò che tanti sapevano e che poi (carte e morti per doping testimoniano) si è purtroppo rivelato essere vero. Altro che godere (come il comunismo) “di un occhio di riguardo da parte dei media che lo trattano alla stregua di un santo o di un eroe”, come scritto nell’articolo.

L’impressione è che qualcuno cominci ad avere paura, paura del successo in campionato di un uomo scomodo, un successo che non andrebbe giù a molti. Moltissimi.

Nel frattempo il boemo tira dritto, alla ricerca del risultato. E se si trova un Totti tra le mani, da dover preservare in una teca di cristallo, magari è disposto pure a modificare in corsa il suo leggendario 4-3-3, e la sua proverbiale visione del collettivo: “Per me giocatori sono tutti uguali. Sono tutti dei figli”. E infatti, in ogni caso, i gradoni (da oggi Stalingradoni) non li risparmia nemmeno al trentaseienne capitano della sua Roma, che dal primo giorno di ritiro suda più di tutti gli altri, con il sorriso sulle labbra.

Compagno Zeman.

Commenti
21 Commenti a “Compagno Zeman”
  1. giuseppe sansonna ha detto:

    In “Due o tre cose che so di lui” gli chiesi se fosse tutto terribile nel comunismo cecoslovacco da cui era fuggito nel 1969.
    Zeman mi rispose: “Terribile era non essere libero. Poi le scuole funzionavano, gli ospedali funzionavano. La nostra Università dello sport,a cui ero iscritto, era cento anni avanti rispetto al vostro Isef. C’era anche l’ordine, che non è un fatto negativo in sè. Ma era un ordine che partiva dall’alto, non dal popolo. Si praticava molto lo sport, che per noi era un modo forte di socializzare, di essere un popolo unito. questo mi è rimasto”.
    Una visione problematica, complessa, ricca di sfumature.
    Ma se distilli teoremini per Libero non ci puoi arrivare

  2. Vincenzo ha detto:

    “L’impressione è che qualcuno cominci ad avere paura, paura del successo in campionato di un uomo scomodo, un successo che non andrebbe giù a molti. Moltissimi.”

    Siamo alla seconda di campionato, calma!

  3. Jack ha detto:

    A quali successi si riferisce la replica? Un pareggio e una vittoria? Ma per favore! Il contenuto dei due articoli è differente. Ma il livello è identico.

  4. GG ha detto:

    il successo è una eventualità, non un accadimento avvenuto. Anche perchè se bastassero le prime due giornate per preconizzare successi o disfatte, dovremmo mettere la Samp nella lotta scudetto

  5. Henry ha detto:

    L’articolo di Pollicelli è francamente incomprensibile, ma questa risposta mi sembra pure peggio! Anzi, in una certa misura giustifica le parole di Pollicelli: a parte questa teoria dello Zeman comunista che fa ridere ed è chiaramente una provocazione “alla Libero”, Pollicelli esprime (da tifoso juventino e giornalista anti-calciopoli) un fastidio che io da tifoso romanista condivido, per il modo in cui in Italia giornalismo e tifoserie non juventine rappresentano la figura di Zeman. I giornalisti vanno dal vate boemo a fargli domande sui problemi del calcio (calciopoli, doping, scommesse, troppi soldi, ecc.) che loro già conoscono benissimo ma che, per connivenza o scarso livello del loro lavoro, non affrontano come dovrebbero. Zeman dice la sua (che poi è spesso contro la Juventus) dall’alto della sua integrità passando per coraggioso disvelatore del marcio. Il tutto si risolve in un teatrino Zeman VS Juventus che va avanti da 20 anni senza che niente cambi davvero. Perché, sinceramente, i processi che hanno coinvolto la Juventus per doping e per Moggi, hanno davvero cambiato in meglio il nostro calcio? A me sembra che la situazione sia pure peggiorata, non da ultimo proprio per il sospetto fondatissimo (e qui viva gli juventini che mettono in discussione i processi di calciopoli) che i provvedimenti che penalizzano una squadra siano in qualche modo il risultato di pressioni per favorirne altre.
    Ora voglio chiedere a Emiliano Sbaraglia, che evidentemente è un tifoso romanista come me: ma non ci sentiamo un po’ presi per i fondelli quando la curva interista mette uno striscione del genere? L’inter ha vinto una serie di scudetti di fila grazie a Calciopoli e forse grazie anche all’integrità di Zeman “campione del calcio pulito”, ma un paio di quei titoli li ha ottenuti grazie a una serie di favorevoli sviste aribitrali non minori di quelle rimproverate a favore della Juve negli anni scorsi. E dietro, al secondo posto, c’era la Roma.
    Io mi tengo volentieri Zeman come grande allenatore di un calcio bello da vedere, ma il pupazzetto che risponde Juve a ogni domandina malizionsa di un giornalista m’ha già stufato!

  6. SN ha detto:

    Ah che tempi il PCI dello scudetto…da destra verso sinistra, ovviamente

    In porta: Amadeo Bordiga
    Pajetta-Reichlin-Napolitano-Lama
    Longo regista alla Di Biagio
    Amendola e Ingrao interni di destra e di sinistra…
    Gramsci Berlinguer di punta e Togliatti alla Totti!

    Dai che oggi ho perso tempo pure io va…
    🙂

  7. S. ha detto:

    “Zdenek Zeman non è comunista. Uno che scappa da Praga, la sua città, dopo l’arrivo dei carri armati sovietici, vedendo spazzar via i sogni della Primavera, non può essere comunista, nel pensiero e nell’azione.”

    Perché?

  8. Brenta ha detto:

    Non c’era bisogno di rispondere a “cari comunisti” con “cari fasci”. Zeman è un grande allenatore che probabilmente (per idea di calcio, per metodo di lavoro, per personalità) non potrebbe mai allenare una grande squadra. Lo stesso destino di un grande, ma sul campo, come Baggio.

  9. nicola savoia ha detto:

    “Uno che scappa da Praga, la sua città, dopo l’arrivo dei carri armati sovietici, vedendo spazzar via i sogni della Primavera, non può essere comunista, nel pensiero e nell’azione.”

    una boiata del genere non si può proprio leggere.

  10. Tommaso ha detto:

    1.Il tifoso “romanista” anti-Calciopoli non si può proprio sentire. Puzza di strisce bianconerere lontano un miglio, sento Franco Sensi rivoltarsi nella tomba.

    2.Che uno che sia scappato da un regime comunista abbia in antipatia questa forma di governo mi sembra una deduzione legittimissima: chi esprime vocalmente il proprio dissenso farebbe bene ad argomentare.

    3.Che poi, il primo commento fornisce una buona idea di quelle che possono essere le opinioni di Zeman sul comunismo.

    4.Zeman è esclusivamente un allenatore di calcio: è patrimonio di noi romanisti, e basta. Può essere legittimamente rivendicato da chi non crede in un calcio di dopati, può anche essere legittimamente rivendicato in chiave anti-Juve. Stop. Non è il Che Guevara del calcio, non deve diventare il mito di scrittori, teatranti, Valli Occupati e cazzi vari. Non è una filosofia, è un allenatore. Il nostro.

  11. Tommaso ha detto:

    5. Le battute che l’autore dell’articolo tenta di spacciare come partorite dal ventre della romanità, mi sembrano – ne sono quasi certo – battutine da Twitter più che da bar di testaccio.

  12. nicola savoia ha detto:

    naturalmente il problema non è se zeman sia o meno comunista, saranno anche affari suoi. la questione è se sia stato comunista il regime sovietico, da stalin in poi. e qui c’è ben poco da argomentare, c’è solo da studiare un po’ di storia. la bibliografia di berlusconi non vale.

  13. Jack ha detto:

    Lo sapevo che mi avevano fregato negli anni 70 quando a scuola mi dicevano che in unione sovietica c’era il comunismo. Sentivo già allora odore di complotto. La CIA e Emilio Fede hanno proprio costruito una bella bufala. E quel diavolo di Berlusconi che ci manipolava ancora prima di avere le televisioni. Ora pero tutto il mondo sa la verità!!!!!!!!

  14. Tommaso ha detto:

    Nicola Saviola, davvero ci stai dicendo che l’URSS non era comunista?

  15. nicola savoia ha detto:

    sì sì, caro il mio tommasi. davero davero.

  16. Tommaso ha detto:

    <3 Che bello internet, dove ognuno può rifare il mondo a propria immagine.

  17. Tommaso ha detto:

    PS: Sono entrato in libreria a Roma qualche giorno fa. Ammazza, Minimum Fax, bella operazione commerciale, tre libri su Zeman! Ora si spiega tutto.

  18. claudione59 ha detto:

    ….Pero’ ci sono due cose strepitose : la prima, nell’articolo, e’ quando si dice che Zeman NON e’ comunista perche’ e’ scappato da Praga quando sono arrivati i sovietici : chissa’ in base a quale teoria si e’ arrivati a questa conclusione.
    L’altra, ancora meglio , e’ quella dello juventino travestito da romanista che fa gli evviva agli juventini che mettono in dubbio i processi di calciopoli. Capisco che avere il coraggio di dichiararsi juventino non e’ cosa da poco, ma suvvia, nessuno ti ammazza per questo ! 🙂
    Luna vita al compagno Zeman, questo si.

  19. Jack ha detto:

    Mentre leggo mi arriva via mail l’ultimo commento in cui si dice che è difficile dichiararsi juventino la Juve dopo venti minuti è già 3 a 0 sulla squadra dell’oratorio allenata da zeman. Che tempismo!!!

  20. mork ha detto:

    a claudione , guarda che gli juventini non mettono in dubbio i proCessi di farsopoli. lo sanno x certo che sono fasulli. mai prove contro la juve, mentre contro altri….

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  1. […] Posto un simpatico siparietto sul nostro Zeman, tutto da leggere: ecco l’articolo […]



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