Il pozzo della memoria: trovarsi a raccontare l’Alzheimer

Questo testo è apparso sul Corriere Fiorentino – Corriere della Sera. Racconta dell’esperienza dell’autore come narratore invitato nel progetto “A Più Voci”, un laboratorio di avvicinamento e narrazione per le persone affette da Alzheimer. Fotografia di Simone Mastrelli.

di Alessandro Raveggi

Ti senti una sorta di speleologo, che ascolta, e cerca di distinguere, i diversi gorgoglii di fiumi sotterranei. Ogni voce ha un proprio fluire: chi a singhiozzo, chi ridente, chi silente, prosciugato come a contenere una grandissima fonte, chi s’infrange sulla pietra più dura.

C’è S. che racconta le sue ribalde imprese da giovane, si descrive come architetto, manovale e assieme archeologo, mi tratta come se fossi suo nipote. Una signora, E., dal nome e la faccia glaciali, d’ascendenza istriana, mi accarezza con foga, quasi volesse stirarmi la faccia. Un’altra, G., dichiara d’essere stata una Miss qualcosa, parla delle sue belle gambe finite in una pubblicità negli anni ‘50. Qualcuno di più torvo, G. o C., mi studia dall’altro lato della stanza, borbotta e mastica: faceva il pasticcere, o l’elettricista, ed ora è solo un nonno in tuta, imbiancato e severo, forse più magico. Qualcuno poi ride e smembra le parole nella risata, come i timidi più audaci. Fanno di tutto per rimanere pezzi unici, paiono coscienti di lottare contro l’oblio. Repente, hanno questa qualità: divengono persone care.

Tre poesie sui gatti

Uno dei redattori di minima&moralia risulta disperso in un oriente adriatico dove – sostiene –, superati i bastioni dei Mentecatti Organizzati Sud Europei, ci si ritrova già nell’elemento caro a Iosif Brodskij, e le cose (meravigliosamente) riappaiono per ciò che sono. La politica, ad esempio (le continue interviste a Matteo Renzi di questi giorni), e […]