Che posto ha la tragedia in un mondo che non ha più il senso del tragico? Breve ragionamento attorno alla maratona teatrale di Jan Fabre
di Graziano Graziani pubblicato 28 Ottobre 2015 · 6 Commenti
“Ma ti è piaciuto?”. La domanda me l’ha posta un amico alla fine di Mount Olympus, la maratona teatrale di Jan Fabre sulla tragedia greca, che si è svolta al Teatro Argentina dell’ambito del Romaeuropa Festival. Travolto da un finale rutilante, osannato con 40 minuti di applausi da un pubblico in delirio, e con addosso un senso di torpore che andava ben oltre la spossatezza e il sonno, non ho saputo rispondere. Sulla base di cosa? Di quello che ho visto? O di quello che ho vissuto in 20 delle 24 ore della maratona? (ho fatto una pausa tra le 7 e le 11 del mattino).
Categoria arte, cinema, teatro · Tag Andrew Van Ostade, Annabelle Chambon, Anny Czupper, Antony Rizzi, Barbara De Coninck, Cédric Charron, Els Deceukelier, Fabienne Vegt, Gilles Polet, Graziano Graziani, Gustav Koenigs, Hieronymus Bosch, Ivana Jozic, Jan Fabre, Kasper Vandenberghe, Katrien Bruyneel, Lies Vandewege, Lore Borreman, Marc Moon van Overmeir, Marina Kaptijn, Matteo Sedda, Mélissa Guérin, Merel Severs, Moreno Perna, Piet Defrancq, Pietro Quadrino, Renée Copraij, Sarah Lutz, Stella Höttler, Sven Jakir
Commenti recenti
Stato dell’arte e proposta teorica