Su Venezia 75, a partire da Vox Lux di Brady Corbet

Eccentrico, moralista, frammentario, irrisolto, hanno detto alcuni. Arrogante, debordante, frastornante, raffazzonato, hanno scritto altri. La stampa presente al Festival di Venezia 2018 ha accolto con giudizi severi Vox Lux, l’opera seconda di Brady Corbet con Natalie Portman.

Concorreva per il Leone nell’Official Competition. Le aspettative, del resto, erano molto alte. Poco conosciuto come attore (ha lavorato tra gli altri con Araki, Assayas, Haneke e Von Trier), Corbet si è imposto all’attenzione internazionale da regista con The Childhood of a Leader — L’infanzia di un capo, presentato nell’Orizzonti veneziana di due anni fa. Gli elogi, allora, furono pressoché unanimi. Vinse il Leone del futuro, un premio assegnato ogni anno alla migliore opera prima presentata in una delle selezioni ufficiali o parallele. Inoltre, la giuria, presieduta da Jonathan Demme, lo premiò per la regia.