Tutto il tempo è il tempo
Prosegue la rubrica a cura di Luca Romano in cui si parla di libri che abbiano almeno tre mesi di vita. In questo caso, un approfondimento de “I vivi e i morti” (minimum fax) di Andrea Gentile è l’occasione per raccontare il tempo in letteratura.
Il terrorismo spiegato ai nostri figli. Intervista a Tahar Ben Jelloun
di Matteo Cavezzali
Intenso narratore e saggista, Tahar Ben Jelloun è uno degli intellettuali nordafricani che negli anni si è fatto meno scrupoli prendere posizioni nette nel dibattito europeo sul rapporto tra terrorismo e Islam. Vincitore del premio Goncurt nel 1987 con La Nuit sacrée lo scrittore marocchino residente a Parigi è oggi considerato una delle voci più autorevoli del mondo islamico in occidente.
In questi giorni è uscito il suo ultimo libro “Il terrorismo spiegato ai nostri figli” (La Nave di Teseo), presentato per la prima volta in Italia a Ravenna per l’anteprima di ScrittuRa Festival.
Qual è secondo lei il luogo comune più pericoloso legato al terrorismo di matrice islamica?
«È l’amalgama tra una religione, l’islam, e il terrore che diffonde lo pseudo “Stato Islamico”. Le persone non distinguono tra una civiltà e la barbarie che utilizza l’islam per fini politici».
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