Intervista a Scott e Zelda Fitzgerald

Il 26 marzo 1920 Francis Scott Fitzgerald pubblicava il suo primo romanzo, «Di qua dal paradiso». Noi oggi ricordiamo Fitzgerald (e la sua musa e moglie e amante: Zelda) in tre diversi modi. Pubblicando un’intervista inedita in Italia, in cui Scott e Zelda parlano vicendevolmente l’uno dell’altra, e per la quale ringraziamo Tiziana Lo Porto, la mamma di Superzelda che l’ha scovata e l’ha tradotta appositamente per noi. 
Mettendo on line le prime pagine di «Di qua dal paradiso» nella nuova traduzione di Veronica Raimo. Con infine il resoconto del dietro le quinte di «Superzelda», attraverso il quale Tiziana Lo Porto e Daniele Marotta raccontano come hanno realizzato la loro graphic novel.

Intervista a Scott e Zelda Fitzgerald

traduzione di Tiziana Lo Porto

Contro il cinema

Il 16 marzo del 2002 moriva a Roma Carmelo Bene, artista eclettico e provocatorio, forse il più grande attore di teatro mai apparso in Italia. Abbiamo deciso di ricordarlo qui su minima con uno speciale a lui dedicato. Il primo articolo è la prefazione che Emiliano Morreale ha scritto per il volume, « Contro il cinema», da lui curato, che raccoglie le interviste che Bene ha concesso commentando spietatamente il suo cinema e quello degli altri. A seguire un ricordo firmato da Giuseppe Sansonna e un articolo di Emiliano Sbaraglia apparso anche sul «Futurista».
Vi ricordiamo che stasera, alla libreria minimum fax di Roma, abbiamo organizzato una serata omaggio a Carmelo Bene, che avrà come ospiti Emiliano Morreale e Antonio Pascale, e proseguirà con letture di Emiliano Sbaraglia tratte da «Sono apparso alla Madonna» (Bompiani).

C’è solo da disdire

Cambiava voce, puntualmente. Tornava bambino, anche negli ultimi mesi di vita. Gli bastava sprofondare nei ricordi e Carmelo Bene riacquistava un timbro argentino, da Pinocchio fragile, eccitato da lampi lucignoleschi.  Un prodigio evocato dall’esclusiva presenza di pochi amici fidati. Si spogliava così delle crudeltà amletiche e delle amplificazioni elettroniche. Risaliva il fiume di Ballantine’s che gli aveva inondato la gola, per decenni. Esorcizzava tonnellate di Gitanes, cento al giorno, aspirate a fondo. Accantonava il tono da belva reclusa delle ribalte costanziane e cominciava a ridere teneramente di sè. “Qualunque autobiografia è sempre immaginaria. Tu credi di raccontare la tua vita e chissà cosa racconti. C’è solo da disdire. Le cose sottaciute o non dette valgono più delle cose raccontate”. Ho pensato di utilizzare questo sussurro medianico, recuperato da alcune audiocassette, e trasformarlo in voice over di un film, interamente impostato sulla soggettiva beniana. Ricostruendo, senza didascalismi, il cinema che la voce evoca. Carmelo Bene non apparirà mai, ma il mondo che scivola sullo schermo simulerà ciò che ha visto o creduto di vedere.

L’altro mondo di Carmelo Bene

Questo articolo è uscito in forma ridotta sul «Futurista».

Carmelo Bene è scomparso il 16 marzo del 2002, ma per chi lo ha riconosciuto come maestro riappare spesso, così come apparve alla Madonna. Maestro non di vita, sia chiaro, ma di esistenze, esistenze condannate a vivere e combattere il non-sense della realtà. Dunque un maestro unico, irripetibile perché impossibile da ripetere.

Prima di quella data Carmelo Bene era morto ben altre volte. Per esattezza, ogni volta che diveniva autore, creatore di un’opera, dato che “…ogni autore dovrebbe essere considerato morto dal momento che è stato autore”. Morire e rinascere, questa la sua partita, superando però le categorie spazio-temporali rinchiuse tra passato e futuro. Giocare con l’eternità fin dove possibile. Conoscere quei confini, e a volte superarli.

The Player: un profilo di Jay-Z imprenditore

Il pezzo è uscito sul numero 4 di Studio. rivistastudio.com

The player
Siccome ha cominciato la sua carriera come spacciatore a Brooklyn, zona Bed-Stuy, Marcy Projects, compagno di scuola del re del gangsta rap Biggie Smalls/Notorius B.I.G. (1972-1997), sembra assolutamente fondamentale cominciare a raccontare Jay-Z dalla “foto col sindaco”: è il 2010 e Shawn “Jay-Z” Carter, l’ex spacciatore di crack, classe ’69, babyface, vocina gentile quando parla, rapper e imprenditore, teorico del successo via lavoro duro come vera livella che rivela la sostanziale eguaglianza di qualunque impresa dallo spaccio di crack alla vendita di vestiti e dischi, è a tavola con il sindaco di New York Michael Bloomberg.

Per Vincenzo Consolo

Fabio Stassi ci regala un ritratto appassionato dello scrittore Vincenzo Consolo, scomparso qualche giorno fa. L’appendice che segue sono gli appunti che Stassi ha conservato di un passato Salon du livre di Parigi, dove Consolo fu ospite e parlò della sua ricerca stilistica e della sua poetica.

di Fabio Stassi

Ho conosciuto Vincenzo Consolo nella biblioteca di Storia contemporanea della Sapienza di Roma. Era un giorno di maggio del 1995. L’avevamo invitato a parlare delle biblioteche frequentate nella memoria e nel sogno.

Intervista a Rick Moody

Sulla rivista Inutile abbiamo intercettato questa lunga intervista allo scrittore americano Rick Moody registrata a New York lo scorso novembre. Ringraziamo la redazione e l’autore per averci concesso di pubblicarla.

di Giacomo Buratti

È una domanda un po’ stupida ma te la devo fare: ti hanno mai scambiato per Hank Moody, quello di Californication?
La cosa divertente è che mio zio — il mio prozio, in realtà — si chiamava Hank Moody, e il mio vero nome è Hiram, con l’acca, così quando la serie è iniziata mi è capitato di chiedermi se fosse una specie di cronaca… su di me.

Ricordo di Thomas Bernhard

di Daniele Benati

questo pezzo apparve su “Dolce Vita”, nn. 20-21, maggio-giugno 1989.

Dopo aver fatto dodici al Totocalcio, nel marzo del 1983, e aver malamente investito la vincita al Casinò Winkler di Salisburgo, trovandomi ancora in Austria per qualche giorno, avevo deciso di arrivare in auto fino a Ohlsdorf, un paesino vicino al lago di Gmunden, in cui da circa vent’anni, in uno stato di totale isolamento (come a lui stesso piaceva sottolineare) viveva lo scrittore Thomas Bernhard.

Luciano Bianciardi: io mi oppongo!

Sul «Messaggero» di qualche giorno fa, Matteo Nucci celebra con questo articolo il quarantennale dalla morte di Luciano Bianciardi, intellettuale per tutta la vita all’opposizione, traduttore di grandi classici e autore di un testo cruciale per il nostro Novecento letterario, «La vita agra».

Pare che l’autenticità la riconoscesse dalla voce. I finti intellettuali come i finti amici li scansava immediatamente, semmai li prendeva in giro e ne faceva oggetto di un sarcasmo a volte feroce.

L’uomo che voleva uccidere suo padre:
ritratto di Giorgos Papandreou

È come se, all’ultimo momento, sulla strada di Tebe, avessero impedito a Edipo di spronare i suoi cavalli fino al famoso bivio. Che ne sarebbe stato della storia del pensiero Occidentale se il cocchio del ragazzo non fosse sopraggiunto proprio mentre dal senso inverso procedeva il carro di suo padre Laio, re di Tebe? Se avessero impedito a Edipo di uccidere il padre. Quello che è capitato a Giorgos Papandreou nei giorni scorsi, a qualche centinaio di chilometri da quel bivio. E che ne sarà ora di lui e della Grecia? Tutto era pronto in casa Papandreou per festeggiare finalmente, davanti al popolo, il parricidio.