Il mondo è una valle di lacrime anche per quelli che sperano in esso

Il desiderio di fare le cose per bene,
pare che basti questo. Carte alla mano,
in discussione non è il se ma è il come,
oppure ormai non si torna più indietro.
Ma sono passati già tre giorni, quattro,
e io sono come tutti gli altri:
continuo a dimenticarmi di tutto
anche di andare a trovare Abbà padre in ospedale.

Qualsiasi cosa che il potere offre
cos’è che questa gente vuole?
Alcuni vengono qui nella speranza di essere sbagliati,
non indossano protezioni, non entrano in chiesa,
affamati, dicono che non gli piace un treno.
In fondo si tratta di gesti impulsivi, assemblee permanenti,
tremore alle mani, dermatite senza prognosi.
Dell’ultima volta che hai litigato con tuo padre,
e avevi ragione da vendere.

Fuori, vicino al pollaio, sicurezza divora sicurezza,
stamattina è arrivata una troupe di gente in gamba,
deve costruire un’autostrada intergalattica.
L’hanno visto in tv nel 2020 e era divertente.

Le ferrovie dello stato fanno il loro, certo:
un milione di ricerche di mercato.
Il servizio ti è piaciuto? Moltissimo o abbastanza?
Qual è l’ultima volta che sei stato su un treno?
A me è successo da Palermo a Roma,
tre ore di ritardo abbracciato in corridoio
con un ragazzo di vent’anni di Caserta;
si preparava al concorso per entrare in polizia.
Gli ho dato qualche dritta sui quiz di grammatica italiana:
vuoi riconoscere l’avverbio nella frase?
togli le parole una alla volta e vedi se il tutto ha ancora senso.
Poi gli ho spiegato la divisione dei poteri, l’habeas corpus
e cosa sono i trattati di Versailles.
Potevo andare avanti, certo, dirgli a esempio
che dal ‘92 al 2002 il traffico su rotaia
tra Torino e Lione è diminuito del 20%,
oppure insegnargli come restare nudo
in una trincea di fango. Mon frère, pecorella,
fatti furbo: imparati a memoria sta poesia di Pasolini
a Valle Giulia, ogni sei mesi qualcun altro
sceglierà di non chiederti nulla –
ti leggerà con una lente radio
fino a dentro il cuore,
e decideranno in gruppo
qual è la tua poetica forza: il silenzio.

Finalmente è marzo, sta arrivando l’inverno.
Per i programmi ministeriali
c’è da decidere a breve
quali argomenti trattare con tuo figlio:
l’interferenza con le acque, lo sviluppo,
l’impatto ambientale, la gita a Eurodisney,
“l’occasione da non perdere”, 7000 miliardi,
amianto & uranio e nessuno ha paura delle bombe,
ragazzo non ti arrampicare sui pali della luce,
non ti nascondere nei bar
non abitare in una valle
non stare mai in un crocchio,
e quando nella tua stanza
di notte ti verrà da piangere fino a vomitare,
ricordati di come
hai provato a proteggerti l’ultima volta:
vestiti chiusi fino ai polsi, mi raccomando,
collo e caviglie. Cappelli e guanti.
E sulla bocca e sul naso maschere antigas,
filtri per vernici, o almeno una bandana
bagnata con limone o aceto.

Commenti
Un commento a “Il mondo è una valle di lacrime anche per quelli che sperano in esso”
  1. Eva ha detto:

    Grazie.

Aggiungi un commento