That’s All Porno

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(Immagine: Simone de Beauvoir ritratta da Art Shay)

Nel gennaio del 2008 Le Nouvel Observateur pubblicò in copertina una foto di una donna nuda, di spalle, davanti a uno specchio. La donna si chiamava Simone, stava con Jean-Paul che la tradiva con Olga e che lei tradiva con Nelson, che era sposato con Amanda da cui avrebbe divorziato per poi risposarla e divorziare di nuovo. E no, quella che vi stiamo raccontando non è una soap opera. Simone è Simone de Beauvoir, sentimentalmente legata vita natural durante a Jean-Paul Sartre, che la tradì con Olga Kosakievicz, e non solo, e che lei tradì con Nelson Algren, sposato a sua volta con Amanda Kontowicz. La foto con cui il settimanale francese pensò bene di celebrare i cento anni dalla nascita di Simone de Beauvoir è uno scatto del 1952 di Art Shay, all’epoca fotografo per Life Magazine e caro amico di Algren.

Talmente amico da far sì che Algren, aspettando l’arrivo di Simone de Beauvoir e non riuscendo a trovare per lei niente di meglio di una camera d’albergo da dieci dollari a notte senza vasca né doccia, gli chiese di rimediare una vasca da bagno per la toilette della sua amante. Shay obbedì e chiese in prestito l’appartamento (con bagno e vasca) a un’amica, dove accompagnò personalmente la scrittrice. Entrata nell’appartamento, Simone fece il suo bagno, attardandosi davanti allo specchio prima di entrare in acqua, senza preoccuparsi minimamente di chiudere la porta. Shay ne approfittò per farle qualche scatto, Simone sentì il click della macchina fotografica, e si limitò a commentare: “Vous etes un vilain garçon” (Siete un giovanotto maleducato), senza né chiudere la porta, né chiedergli di smettere di fotografarla nuda.

Questi i fatti, zelantemente raccontati da Shay, oggi novantenne, allo stesso Nouvel Observateur nel febbraio del 2008, a seguito delle polemiche mosse dall’associazione femminista “Les Chiennes de garde” (Le cagne da guardia) contro la scelta di piazzare Beauvoir nuda in copertina. Le fanciulle adirate manifestarono all’indomani dell’uscita del numero incriminato, ribattezzando per l’occasione la rivista “Le Nouveau Voyeur” e protestando “contro l’uso del corpo di Simone de Beauvoir per celebrarne il pensiero”. Definirono la cosa “sessista”.

In difesa del settimanale, e del nudo (peraltro assai bello) della scrittrice, è intervenuta nel 2009 una giovane, brillante intellettuale francese in un capitolo di un suo breve e illuminante saggio. Ex Utero. Pour en finir avec le féminisme (Ex utero. Per farla finita col femminismo) è il titolo del libro, Peggy Sastre è l’autrice (nata nel 1981), e il capitolo in cui racconta la querelle sul nudo di Simone de Beauvoir si chiama (a ragion veduta) “Diventare delle non-donne”. Scrive Peggy Sastre: “Se un’immagine non potrà mai essere eloquente come un testo, un testo che racconta la storia di un’immagine permette di leggere quell’immagine in modo differente”. E poi, più avanti: “Era sì filosofa, donna di lettere e di politica, ma Simone de Beauvoir nel 1952 era anche una donna di grande sensualità, era una donna di quarantaquattro anni innamorata di un uomo con cui era ben felice di andare a letto, seducente, seduttrice e assai poco pudica”. E infatti è sempre Shay a raccontare come, in vacanza, Algren e Beauvoir avessero la sana abitudine di andarsene a spasso nudi, infischiandosene altamente del ben pensare e degli sguardi della gente. Lo scatto di Shay purtroppo è stato pubblicato postumo, ma ci piace immaginare che Simone de Beauvoir l’avrebbe preso con quella stessa noncuranza con cui passeggiava nuda a braccetto col suo amante. E chissà, magari ne sarebbe stata lusingata: apprezzata per una volta per la sua bellezza oltre che per l’intelletto, coraggiosa nelle azioni tanto quanto nel pensiero, erotica e non soltanto politica.

Dicono le adepte di Simone de Beauvoir che “il personale è politico”, premurandosi a far polemica laddove della loro sacerdotessa si espone e si apprezza il corpo e non la mente. Già, peccato che in questo caso (ed è più la regola che l’eccezione) la componente erotica stia nella storia che c’è dato immaginare e non in quella singola immagine. Peccato che a rendere eccitante il tutto sia l’idea di un amore clandestino, consumato di fretta e di nascosto in una camera d’albergo da dieci dollari. E di una donna che, dopo avere attraversato l’oceano per incontrare il suo amante, entra in un appartamento con uno sconosciuto, e va a fare il bagno con la porta aperta. È quanto può essere accaduto “lì e allora”, e il fatto che involontariamente sia stato evocato proprio dalle stesse “Cagne da guardia”, a dirci che a soffiare sul fuoco si finisce solo per alimentare le fiamme. E si trasforma così la vita di più di una mente illuminata del Novecento in una soap opera se vogliamo anche porno.

Che a riepilogarla più o meno suona così: c’è Simone che sta con Jean-Paul e va in America per incontrare di nascosto il suo amante Nelson, che però è sposato con Amanda. Ma anche Jean-Paul tradisce Simone. La tradisce con Olga. Che è più giovane di Simone. E non è l’unica. Jean-Paul di fatto tradisce Simone un po’ con tutte. E Simone preferisce scopare con Nelson che con Jean-Paul. E la foto di Simone nuda da sola davanti a uno specchio? Dove la mettiamo? Diciamo che al massimo può stare per pochi secondi nei titoli di coda. Se proprio ci tenete.

Commenti
11 Commenti a “That’s All Porno”
  1. Francesca ha detto:

    Complimenti per il blog, molto ben curato!
    Vi lascio l’indirizzo del mio
    http://arghiroculture.blogspot.it/
    Se vi fa piacere dare un’occhiata ^^

  2. Ilaria ha detto:

    Una sola piccola precisazione, però importante. Simone non andava “di nascosto” ad incontrare Algren. I tradimenti tra lei e Sartre, frutto della “contingenza” dell’amore, come amavano definirli, era un modo di stare insieme. Diversamente. Certo poi Algren è stato il grande amore (anche fisico) di Simone. Ciò che quel tipo di femministe non sopportano è il lato meno battagliero e più femminile della scrittrice, quell’essersi abbandonata per diversi mesi all’anno ad una forma d’amore che non era quella portata avanti con Sartre, una forma più umana e più comune, se vogliamo. Quanto al nudo, oggi in Francia è ormai un simbolo felice. E la querelle si è spenta.

  3. attilio ha detto:

    Non avete proprio idea di cosa state parlando. Avete fatto vedere il culo di Simone e avete raccolto 500 rilanci, dunque funziona, ma che bisogno c’era allora di sputare sul femminismo, sulla De Beauvoir in quanto autrice? bastava mettere il culo e basta, no?

  4. paolam ha detto:

    Ecco, appunto, ben detto Attilio.

  5. RobySan ha detto:

    @attilio: al di là dello specifico accordo o disaccordo con il contenuto dell’articolo, a me pare che chi ha scritto sapesse benissimo di cosa stesse parlando e, soprattutto, che nessuno, proprio nessuno, abbia sputato sul femminismo e ancor meno sulla De Beauvoir “in quanto autrice”. Non comprendo come e dove lei veda questi attacchi.

  6. attilio ha detto:

    SIgnor Roby, proviamo a darci reciproca fiducia. anni fa ero fidanzato con una bella donna, e l’ho fotografata spesso nuda. poi ci siamo lasciati, pure in malo modo: ognuno per la propria strada, ma io le fotografie le ho conservate, mi piace riguardarle. nel frattempo quella donna è diventata autrice di testi filosofici, scrive sui giornali, ha una sua rubrica, è diventata un po’ come la brillante filosofa francese autrice di Ex Utero. Pour en finir avec le féminisme – posso dirlo: una pubblicazione sensazionalistica più che altro, che se avesse dovuto camminare con le proprie gambe, anziché attaccarsi alle gonne del femminismo, avrebbe fatto poca strada. ma torniamo alle mie foto. la protagonista di quegli scatti mi aveva pure pregato di strapparle, e io ho mentito, perché mi piacciono. Ma parliamoci tra galantuomini. se magari tra qualche decennio io le mostrassi in occasione magari di una celebrazione della figura pubblica della mia ex, giusto per rilasciare un’intervista o roba simile. signor Roby, dica la verità, lei non penserebbe che sarei un gran pezzo di farabutto? e per quanto poi riguarda il tono veloce con cui l’autrice di questo post sul culo di Simone liquida le femministe come fanciulle arrabbiate, o novelle furie che soffiano sul fuoco, se lo faccia dire: é anche grazie a loro che la signora che ha scritto l’articolo oggi è una persona più libera. La saluto, e la ringrazio di avermi invitato alla precisazione. adesso mi ritiro a guardare con riserbo le mie foto.

  7. karenina ha detto:

    Già il fatto di chiamarle “fanciulle adirate” lo trovo fastidioso ma tant’è: ormai sputare sul femminismo sembra uno sport sdoganato. A me personalmente sembra che celebrare i cent’anni di nascita della beauvoir con un nudo di spalle, e quindi apparentemente rubato, non sia stato il massimo del fair play.

  8. Ilaria ha detto:

    ufff!!
    Quante storie per un sedere!
    Si perderà qui, secondo voi, il femminismo? Credo proprio di no! E Simone, dato che si è fatta consapevolmente fotografare, sarebbe stata ben felice di questa foto. Ogni querelle è inutile. Occupiamoci invece di cose ben più gradi, tipo della condizione delle donne di oggi, del loro maltrattamento quotidiano, delle forme di violenza più o meno subdole (vedesi concetti come laicità e religione). E smettiamola di credere che una foto metta in discussione l’intera opera filosofica, letteraria e umana della De Beauvoir. Se aveste letto qualcosa di lei, avreste capito che non sono certo questi gli appigli su cui indugiare per denunciare ingiustizia e disequilibrio di genere. Suvvia, meno moralismo e più azione pratica e intellettuale! (ma la storiella di Attilio mi è proprio piaciuta 🙂 )

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  1. […] That’s All Porno : minima&moralia. […]

  2. […] condiviso il link del post di Tiziana Lo Porto in cui c’era una splendida foto, artistica, di un nudo, di spalle, di Simone de Beauvoir. […]

  3. […] faceva dire che il pornoterrorismo era una cosa bruttissima e che criticava perfino il bellissimo culo nudo di Simone De Beauvoir, che tra le altre cose facebook mi ha censurato sospendendomi l’account. E’ lo stesso […]



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