Alla voce Ulisse

La terra dentro Roma pullula d’invisibili. Creature notturne di un’umanità inafferrabile, in molti non parlano la nostra lingua e ufficialmente sono non persone, dette tali semplicemente perché sono sconosciute al diritto. Dormono sotto i ponti e i cavalcavia, in tende, loculi e capanne di cartone. Sono in centinaia dal calar del sole a gravitare attorno alle nostre stazioni. Per loro ritrovarsi la notte vuol dire suggerirsi a vicenda, prima dell’alba, che qualcosa si è, che qualcuno di simile a te ti riconosce. Certo, al sorgere del sole di quel riconoscimento resta solo la traccia di un sogno. Bisogna sparire, perché di giorno il mostro là fuori – l’umanità civile – ti disconosce.

87 ore di misericordia

Questo pezzo è uscito su Misericordia, l’ultimo numero di Nuovi Argomenti. Tra i testi presenti, il diario di Enzo Bianchi e la sezione tematica curata da Chiara Valerio e Leonardo Colombati.

di Costanza Quatriglio

C’è una componente istintiva nel trovare il proprio posto, nel sapere dove mettersi, da quale punto di vista sciogliere ogni sforzo d’attenzione. Quando poi l’istinto si fa scelta, l’osservazione svela il suo aspetto politico, perché riguarda questo mondo e non un altro in cui la misericordia avvicina l’uomo a Dio. La misericordia avvicina l’uomo all’uomo, chi non soffre a chi soffre. Ecco perché Francesco Mastrogiovanni, nelle immagini delle videocamere di sorveglianza, è la massima espressione dell’altro che soffre; ecco perché la sua morte è connaturata allo sguardo di quelle videocamere. Ecco perché, più semplicemente, se Mastrogiovanni fosse stato guardato diversamente, oggi sarebbe vivo.

La sfida, nella realizzazione di 87 ore (1), è stata quella di assumere un punto di vista che allontani anziché avvicinare, che esprima, attraverso l’allontanamento, l’impossibilità di uno sguardo alternativo, costringendoci a stare dentro una realtà che esiste solo in quanto rappresentata attraverso un occhio che reifica ciò che filma al pari della contenzione meccanica effettuata ininterrottamente sul corpo di Francesco.

Quando il cinema sfida l’impossibile

di Evelina Santangelo

87 ore è il titolo del nuovo film documentario di Costanza Quatriglio, in cui la regista si misura in modo coraggioso con una vicenda che sarebbe inverosimile se non fosse accaduta realmente nel nostro paese nella terra del Cilento,  in un tempo a noi vicinissimo, tra il 31 luglio e il 4 agosto del 2009, quando un uomo è stato prelevato dalla spiaggia di San Mauro dalle forze dell’ordine, è stato caricato senza fare alcuna resistenza su un’ambulanza, ricoverato, sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio all’ospedale di Vallo della Lucania e infine «contenuto» in modo «illecito, improprio, antigiuridico», come recita la sentenza di primo grado.

Così, mentre segui il percorso di quell’ambulanza fino a destinazione, poco sapendo di una vicenda che non ha fatto scalpore, non ha lasciato tracce nel sentire collettivo, ti chiedi cosa effettivamente accadrà a quell’uomo di cui sai pochissimo.