In difesa di Ciceruacchio (que viva Rodotà)
(Immagine: Antonio Malchiodi.)
Verso la fine del suo articolo su Repubblica del 21 aprile, Francesco Merlo, che leggo sempre per il piacere della sua intelligenza e della lingua che usa, scrive:
(Grillo) si ispira, sia pure in versione genovese, a Ciceruacchio, quando conta il suo popolo a milioni di milioni e straparla di “fine della democrazia”, “giornata nera della repubblica”. Ciceruacchio, che in romanesco vuol dire cicciottello, era un tribuno della plebe dagli occhi di fuoco, la barba risorgimentale e i capelli lunghi e ribelli che organizzava assalti a conventi e derubava i preti.
Poiché il 21 aprile è il Natale di Roma, e poiché ho studiato storia dell’età del Risorgimento per anni, vorrei precisare, per i lettori di Repubblica, che le cose, a Roma, nel 1849, non andarono come Merlo ha sbrigativamente riassunto.
Fine della primavera pugliese?
Questo pezzo è uscito sulla «Gazzetta del Mezzogiorno».
di Oscar Iarussi
Se c’è un’immagine sintetica ed espressiva della Puglia negli ultimi quattro o cinque lustri, essa è senza dubbio quella della regione di frontiera. Innescata dagli sbarchi albanesi del 1991 – al culmine nell’approdo della nave «Vlora» nel porto di Bari, un’icona dell’exodus novecentesco – la dimensione frontaliera resa evidente dall’emig razione clandestina fu un trauma che non tardò a essere elaborato in positivo, equivalse a uno choc provvidenziale, offrì un’occasione storica per affrancarsi da un meridionalismo glorioso, ma spesso vittimistico e inefficace. Non furono di poco conto, infatti, la percezione e quindi la consapevolezza della Puglia come una delle linee geopolitiche di confine nel mondo globale e reticolare, una terra fremente dell’incessante movimento di uomini e merci sprigionato dal crollo del Muro di Berlino. In particolare, cambiò radicalmente il punto di vista: era strabico e fallace continuare a ritenere che la stella polare dello sviluppo coincidesse sempre e soltanto con il Nord, con un’Italia settentrionale che in quegli anni si serrava nella agorafobia politica e negli arcaici riti «padani» della Lega.
Lettera aperta di un cittadino al segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani
di Giuseppe Genna
Gentile segretario Pierluigi Bersani,
chi Le scrive è un semplice cittadino Suo elettore, accorto e memore di quanto la storia di questo Paese gli ha riservato nella sua politicamente trista esistenza. A mano a mano che si rincorrono voci, senza smentite, intorno alle strategie che Lei sta mettendo in atto al fine di eleggere il nuovo Presidente della nostra Repubblica, aumenta il mio disgusto nei confronti della modalità strategica e tattica del partito per cui ho votato e che Lei guida.
Quei giorni perduti a rincorrere il centro
di Claudio Riccio
Questo pezzo è stato pubblicato sul Corsaro
Per vent’anni milioni di persone di sinistra vi hanno votato, chiedendovi poche cose razionali e di buon senso: attenzione nei confronti degli ultimi, difesa della democrazia e della Costituzione, ferrea opposizione al Berlusconismo.
In questi anni, che foste al governo o all’opposizione avete sistematicamente deluso tali semplici aspettative. Avete confuso il senso di responsabilità nei confronti dello Stato con la ricerca costante delle larghe intese, avete fatto quasi sempre l’opposto di quel che era giusto fare, presi dall’ansia del dimostrare che avevate sufficientemente rinnegato la vostra storia comunista, preoccupandovi del consenso di qualche editorialista del Corsera piuttosto che del vostro elettorato, più o meno disilluso che fosse.
India – La fine e i fini del prestigiatore Terzi
Pubblichiamo due articoli di Matteo Miavaldi, usciti su China Files, scritti per Il Manifesto e pubblicati il 26 e 27 marzo. (Fonte immagine: Europa.)
di Matteo Miavaldi
Undici giorni di follia diplomatica con due pescatori morti sulle spalle
Dopo undici giorni di ordinaria follia diplomatica, dal 22 marzo qui in India si è tornati ad aspettare che la spinosa vicenda dei due marò, dopo oltre tredici mesi, raggiunga finalmente una conclusione. Il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, in un tour de force che lo ha portato negli studi televisivi di tutti i canali in lingua inglese dell’etere indiano, è stato molto chiaro: qualsiasi sia la conclusione, basta che arrivi in fretta.
Il travagliato iter legale dei due fucilieri del reggimento San Marco Salvatore Girone e Massimiliano Latorre inizia, secondo la vulgata, con un tranello. In questi mesi la diplomazia italiana ha sostenuto, ed ora con maggior forza lo rivendica, che la petroliera Enrica Lexie la sera del 15 febbraio 2012 sia stata attirata al porto di Kochi, Kerala meridionale, con un bieco tranello tirato dalla guardia costiera indiana.
Il voto e i figli di Grillo
(Fonte immagine: ALPOZZI/INFOPHOTO.)
di Cesare Buquicchio
Le analisi sul voto del 24 e 25 febbraio in molti casi sono sorprendenti in modo inversamente proporzionale alla sorpresa degli stessi commentatori rispetto al risultato uscito dalle urne. Più i commentatori sono stati spiazzati da Grillo, più hanno cominciato a macinare triti luoghi comuni sulle dinamiche politiche del web, sul livello alto e/o basso di molte discussioni on line, sulla contrapposizione tra partito liquido e partito ‘radicato’, sulla necessità di apparati comunicativi efficaci in luogo di programmi affidabili e/o appetibili, ecc… Discorsi che, con alcune brillanti eccezioni, appaiono riedizioni di precedenti riflessioni e/o riadattamenti di analisi buone per (quasi) tutte le stagioni.
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Stato dell’arte e proposta teorica