Come si insegna la letteratura? La versione di Nabokov

Le lezioni di Vladimir Nabokov, provano a ricreare nel lettore «non le emozioni dei personaggi, ma quelle dell’autore: le gioie e le difficoltà del creare».

La “letteratura assoluta” di Roberto Calasso

La corposa monografia di Elena Sbrojavacca, “Letteratura assoluta” mantiene la promessa del sottotitolo, ovvero una lettura organica e stimolante delle Opere e il pensiero di Roberto Calasso

La montagna russa

nabokov

A L’informazione di Martin Amis risposi con assordante e felice clamore. La mia folla interiore stipata da qualche parte, in un piccolo auditorium, in una palestra adibita a sala lettura, aveva applaudito, fischiato e gridato entusiasta, mentre Martin Amis attraverso la mia voce leggeva. Io euforico e frastornato di fronte alla prosa, lieve gigantessa, de L’informazione che arrembava la realtà costringendola a parlare. Fu la mia colonna sonora romanzesca per un paio di anni. Dopo essermi dissetato alla fonte di Amis ho pensato di risalire su, fino alla sorgente, e vedere dove esattamente questo spumeggiare sgorgasse.

Seminario portatile di traduzione: “Anna Karenina”

In vista degli incontri con Claudia Zonghetti, traduttrice di Anna Karenina per la nuova edizione Einaudi, mi sono preparato leggendo qua e là commenti e interventi fatti a riguardo su blog e giornali, ho annotato un po’ di domande – alcune piuttosto sciocche, come per esempio: “Qual è la parola russa per dire “sottosopra?” – e, naturalmente, ho riletto Anna Karenina, rendendomi conto con un misto di malinconia e felicità, con struggimento quindi, che un romanzo così bello, temo, non mi capiterà più di leggerlo.

Non è il libro che ho amato di più, no, questo no, ma è il romanzo più romanzo che abbia mai letto. Anna Karenina è, per così dire, il principe azzurro dei romanzi; quello che sotto sotto ogni lettore spererebbe di incontrare ogni volta che comincia un libro.

L’Europa in seppia di Dubravka Ugreŝić

Questo pezzo è uscito su Pagina 99, che ringraziamo (fonte immagine).

A qualche anno di distanza dall’uscita di un saggio, Cultura Karaoke, che è un libro dentro a tanti libri, Dubravka Ugreŝić ha faticosamente smesso di fumare, ma ha conservato lo stesso sguardo delle sue pagine. La raccolta di riflessioni Europa in seppia (nottetempo, pp. 349, 18.50 euro) parla di un futuro che tarda ad arrivare e di un passato divelto da un montaggio cinematografico privo di emozioni e coscienza.

«Forse solo uno che crede di avere un futuro osa costruire musei», dice. Lei, croata, classe 1949, figlia di un matrimonio misto, scrittrice di romanzi e saggi, che rende un genere letterario alto, mantiene la piacevole aggressività dell’eloquio, della penna, senza smarrire i tocchi di umorismo che la contraddistinguono e l’idiosincrasia per l’etichetta di autrice in esilio.

Il gatto ai confini dell’universo: considerazioni sulla letteratura

Che lingua fa? è il titolo della sezione principale dell’ultimo numero di Nuovi Argomenti, in uscita il 1 marzo. Curata da Giuseppe Antonelli, la sezione è dedicata alla lingua italiana: linguisti, poeti, scrittori, critici letterari affrontano il tema. A me è stato chiesto di riflettere sulla forma romanzo. Non ho mai pensato che nei romanzi la lingua […]

“Osservo, sogno e disegno”: intervista a Milo Manara

Questa intervista è uscita sul Foglio: ringraziamo l’autore e la testata.

di Salvatore Merlo

“Quando gli amici di mio nipote, che ha diciassette anni, cominciano a guardarmi con una faccia strana, devo ammettere che a volte mi capita di pensare: ‘Ma non è che, forse, stanno leggendo i miei lavori?’”. E quando sorride, quest’uomo di settant’anni, colto e raffinato, composto nel tono e nei modi, si trasforma come il cielo nuvoloso in un giorno di vento, e il suo volto, delicato e misteriosamente ironico, improvvisamente assomiglia a quello di un monello.

Uno sguardo che nasconde, sotto un innocente pagliaio, un sottilissimo ago di spiritosa malizia. “Una volta Michele Serra mi ha detto: ‘Milo, sei l’unico uomo che riesce ad eccitarmi’”. Ed è a questo punto, trovandosi davanti al maestro dell’erotismo a fumetti, che si pone un problema non facile, quello cioè di travestire di abili perifrasi la domanda ormai improrogabile: ma lei lo sa che i ragazzini si masturbano sui suoi disegni?

La notte dei Giardini. In margine al libro “Dalla parte di Alice”

Pubblichiamo una recensione del libro di Paolo Pecere Dalla parte di Alice. La coscienza e l’immaginario (Mimesis), realizzato a partire dalla rubrica ospitata su minima&moralia.

di Niccolò Argentieri*

1. Dalla parte di Alice è insieme un libro filosofico sull’immaginario e un percorso di saggi critici su film e romanzi, collegati da un filo conduttore tematico, che l’autore individua nella storia di Alice di Lewis Carroll. L’intero volume insegue la formulazione, e la soluzione, di un enigma etico/psicologico che impegna sia i capitoli di natura più teoretica e concettuale (l’introduzione e le due appendici storiche e lessicali), sia la parte centrale del libro, più ampia, dedicata all’analisi delle opere che, in modo più esplicito o significativo, si connettono al motivo dominante del lavoro – e che, in quanto variazioni sul tema dell’Alice di Lewis Carroll, costituiscono il percorso fenomenologico costruito da Pecere.

Paranoid Android – I trent’anni di Rumore Bianco

Fu un celibe del villaggio a scrivere: Non sappiamo dove siamo. E inoltre dormiamo profondamente per quasi metà del tempo. Eppure ci consideriamo saggi e abbiamo stabilito un ordine, in superficie. Tale ordine consente le combinazioni umane e momenti di tenero riguardo. È una cosa folle essere vivi. I villaggi esistono per moderare questa follia — per nasconderla dai bambini, imbottigliarla per uso privato, per ammorbidire le sue spinte, e per proteggerci dal buio fuori e dal buio dentro.
John Updike, Villaggi

Nel 1982 esce I nomi, romanzo che chiarisce definitivamente le idee che ha sulle parole, il loro corpo, e le lettere loro membra; non si tratta di segni, cose usa e getta, foschia sonora, ma incisioni sul corpo della realtà, sculture di suono e luce. Lasciato alle spalle il sole del medio oriente, torvo e severo come lo sguardo di un dio, entra in un’altra fase di “calore e luce”, il rumore bianco; trent’anni fa, il 1985 (nello stesso anno altri draghi l’America ha visto venire alla luce, giusto per citarne due: Blood meridian e Less than zero).

My mental state is all a-jumble I sit around and sadly mumble. L’informazione di Martin Amis compie vent’anni

di Filippo Belacchi

Pubblichiamo una versione ridotta del saggio di Filippo Belacchi su “L’informazione” di Martin Amis, uscito originariamente su Nuovi Argomenti. (fonte immagine)

È così che comincia L’informazione di Martin Amis: Le città di notte contengono uomini che piangono nel sonno e poi dicono niente, non è niente, solo un sogno triste. Come Wild Wood, la canzone di Paul Weller, è un romanzo di grande malinconia e solitudine tutta londinese, che poi vuol dire dickensiana, che poi vuol dire infanzia molto poco felice.