Il compendio del sesso USA

Pubblichiamo una recensione di Stefano Gallerani,  uscita su «Alias», su «La donna d’altri» di Gay Talese (Bur).

A più di trent’anni dalla sua prima apparizione per Doubleday, nel 1981 (in Italia uscì l’anno seguente con Mondadori), torna sui nostri scaffali La donna d’altri (traduzione di Francesco Saba Sardi, con una postfazione di Walter Siti, Bur, “scrittori contemporanei”, pp. 662, € 14,00), il libro-inchiesta sulla rivoluzione sessuale negli Stati Uniti d’America che valse al suo autore, Gay Talese, un anticipo di quattro milioni di dollari (cui vanno aggiunti i cinquantamila per l’anteprima su “Esquire”, i due milioni e mezzo per i diritti di una riduzione cinematografica che non vide mai la luce e un altro milione per le edizione tascabili ed estere), ne mise a dura prova il matrimonio con l’editor Nan e fece di lui, insieme all’altro arbiter elegantiarum delle lettere americane, Tom Wolfe, il campione indiscusso del New Journalism.

Se il futuro sono i grillini…

Riprendiamo questo articolo di Alessandro Leogrande uscito sull’ultimo numero de «Lo straniero» (luglio, n.145), di cui segnaliamo – tra le altre cose – anche una “Lettera da Parma” di Alberto Grossi, l’epistolario tra Andrea Caffi e Nicola Chiaromonte, due lunghe interviste a Luciano Gallino e Walter Siti.

Se si votasse oggi per le elezioni politiche, dice l’ultimo sondaggio Swg pubblicato prima della chiusura di questo numero di “Lo straniero”, il Movimento 5 stelle prenderebbe il 21% dei voti. Un’enormità, dopo il crollo della Prima repubblica. Sarebbe il secondo partito d’Italia, dopo il Partito democratico, fermo al 24%. Il Pdl, sempre secondo il sondaggio Swg, sarebbe in caduta libera, intorno al 15% dei voti. Tutti gli altri (Udc, Lega, Idv, Sel) si aggirerebbero tra il 5 e il 6%. I sondaggi sono sondaggi: vanno presi con le pinze, soprattutto a molti mesi di distanza dalle elezioni reali. Tuttavia quello che si va delineando è molto più di un terremoto politico. Si tratta di una vera e propria frattura del corso costituzionale.

Classi, rabbia, illusioni

Pubblichiamo una recensione di Emiliano Morreale, uscita in forma più breve su «Repubblica», su «La fine dell’altro mondo», romanzo d’esordio di Filippo D’Angelo. Stasera a Roma Filippo D’Angelo parteciperà con un reading a Bimbi belli, rassegna di opere prime del Nuovo Sacher.

di Emiliano Morreale

Leggere in termini generazionali i nuovi scrittori italiani, come si fa quasi d’ufficio, può essere fuorviante. A volte l’elemento generazionale è rivendicato dagli autori; altre volte però è un riflesso condizionato, una pigrizia di chi legge, che non aiuta a cogliere le differenze. Ad esempio, a considerare solo un “romanzo generazionale” l’esordio di Filippo D’Angelo, La fine dell’altro mondo, si imbocca una falsa pista. Certo, il protagonista ha la stessa età dell’autore, e vi si narra un momento di “perdita dell’innocenza” generazionale quasi canonico, l’estate che va dal G8 di Genova alla caduta delle Twin Towers. La quarta di copertina, poi, riporta addirittura il protagonista alle prese con “un’ideale lista di proscrizione composta di nati fra il 1945 e il 1955: (…) politicanti incapaci, imprenditori parassiti, intellettuali cialtroni”. Ma il cuore del romanzo, la sua forza, è altrove. Perché La fine dell’altro mondo è anzitutto un romanzo borghese, progettato e pensato come tale.

Denaro e letteratura

Pubblichiamo una recensione di Carlo Mazza Galanti, uscita su «Alias», su «Resistere non serve a niente» di Walter Siti (Rizzoli).

Non conosco altri scrittori che abbiano raccontato in maniera così documentata l’ambiente dell’alta finanza internazionale e i suoi addentellati criminali, aggiungendo inoltre quel tocco “glocal” che la tecnica di cut-up sul parlato dialettale tipica della scrittura di Siti è così appropriata ad esprimere e che difficilmente un romanziere americano (un Easton Ellis, per dire), dall’alto del suo centralismo linguistico e culturale, saprebbe riprodurre. Come spiega il narratore: “se c’è una superiorità che Morgan sente come liberatoria è aver potuto constatare di persona quanto la periferia non sia più periferica: conosce il progetto spaziale ucraino in Brasile, la mini-Beirut commerciale e godereccia a Ciudad del Este, le banche iraniane in Albania e la maxifonderia cinese in Uganda” (dietro il nome di Morgan si nasconderebbe un personaggio centrale dell’ampio Sistema che controlla buona parte del mercato planetario, fine teorico dell’inevitabile, strutturale, porosità esistente tra finanza e violenza, tra globalizzazione economica e reti clandestine, tra legale e illegale).

Sempre sulla cinquina #2 Gianrico Carofiglio, “Il silenzio dell’onda”

Fa fatica pensare di uno scrittore – che viene considerato uno scrittore tale da poterlo candidare allo Strega e con cui ho rapporti anche amichevoli – che invece sia un non-scrittore, o almeno uno scrittore di non-letteratura. Però poi uno si scontra con il fatto abbastanza incontrovertibile che Il silenzio dell’onda di Gianrico Carofiglio è un libro sostanzialmente brutto, o talmente mal riuscito da essere brutto. Non perché costruito male, o quantomeno non perché costruito così male, ma perché scritto proprio male.

Abbandonato il genere e gli scritti d’occasione (il Contromano Laterza su Bari, il saggio sempre Rizzoli sulla Manomissione delle parole), Carofiglio confeziona un testo superintimista, esiguamente narrativo, che ha l’ambizione di descrivere i grandi cambiamenti dell’anima con molte parole lapidarie e piccoli spostamenti dei corpi, ma che pagina dopo pagina cicca quasi completamente le sue ambizioni letterarie.

Un’altra Galassia

Dal 18 al 20 maggio a Napoli il festival Un’altra Galassia

Programma

Venerdì 18  maggio  2012

• Ore 16,00 (Piazza San Gaetano) Reading per i cento anni di Elsa Morante. Da “Lo Scialle Andaluso” leggono Andrea Bajani, Rossella Milone, Valeria Parrella, Pier Luigi Razzano, Piero Sorrentino, Massimiliano Virgilio

•  Ore 16,30 (Chiostro di San Paolo Maggiore) Incontro con Laurent Mauvignier. Interviene Andrea Bajani

Le parole e le cose

minima&moralia saluta e dà un grande in bocca al lupo a una nuova e meritoria rivista culturale on line: Le parole e le cose. Tra i redattori: Damiano Abeni, Franco Arminio, Daniele Balicco, Mario Benedetti, Clotilde Bertoni, Daniela Brogi, Franco Buffoni, Carlo Carabba, Pippo Ciorra, Moira Egan, Angelo Ferracuti, Massimo Gezzi, Tommaso Giartosio, Claudio Giunta, Guido Mazzoni, Pierluigi Pellini, Gilda Policastro, Adelelmo Ruggieri, Alessandra Sarchi, Gianluigi Simonetti, Walter Siti, Italo Testa, Emanuele Zinato. Nicola LagioiaNicola Lagioia (Bari 1973), […]

La mia diversità è di massa:
intervista a Walter Siti

di Francesco Borgonovo

Siti parla di tv con la confidenza di chi conosce pregi e difetti del mezzo, i momenti di verità e le grandezze del piccolo schermo (senza neanche dover ricorrere alle solite serie tv). Rompendo stereotipi e luoghi comuni e parlando dell’influenza (poca o troppa) della tv sugli scrittori italiani. Intervista apparsa su Link 10 – Decode or Die.

Davanti a casa di Walter Siti dovrebbe esserci la fila. Una bella coda, lunghissima, di pellegrini in attesa di abbeverarsi alla sua saggezza. Se c’è uno scrittore italiano che abbia saputo raccontare il nostro Paese – peraltro senza l’arrogante pretesa di farlo – quello è lui.

Le immagini nei romanzi

Questo articolo è apparso sul Sole 24 Ore.

di Gianluigi Ricuperati

John Berger. Tiziano Scarpa. Leanne Shapton. Andrè Breton. W.G. Sebald. Javier Marias. Geoff Dyer. Alberto Savinio, Aleksandar Hemon, Joyce Carol Oates. Roland Barthes. Bruno Schulz. Marco Belpoliti. Susan Sontag. Roberto Calasso. Luc Sante. Lawrence Weschler, Andrea Cortellessa, Alain Robbe-Grillet. Gianni Celati. Julio Cortàzar, Matteo Codignola, Ben Marcus, Rick Moody, Italo Calvino, Georges Perec.

L’amore mutante

Pubblichiamo di seguito l’inedito scritto da Walter Siti, e da lui letto, in occasione del Festival delle Letterature di Massenzio 2010, ringraziandolo per questa gentile concessione.

1. L’espansione orizzontale-estensiva dell’economia di mercato pare avviarsi a completamento, ma l’espansione verticale-intensiva è ben lontano dall’essere completa. L’amore logora chi non ce l’ha.